Come uscire dalle dipendenze: vecchie e nuove, quali sono?
Le dipendenze patologiche: cosa sono, quali sono e come trattarle
Accorgersi di avere una dipendenza patologica non è facile e spesso richiede un lungo lavoro su se stessi. Trattare le dipendenze patologiche da sostanze, le dipendenze comportamentali o le dipendenze affettive richiede un percorso terapeutico ad hoc a seconda delle esigenze. Vediamo cosa si intende per dipendenza, dal gioco d’azzardo, dalle sostanze o dalle relazioni e come uscire dalle dipendenze.
Dipendenza sana e dipendenza patologica
La parola dipendenza ha spesso un’accezione negativa e viene associata a debolezza, passività ed incapacità di prendersi cura di sé.
In realtà un’indipendenza autentica poggia sulla capacità di dipendere, la dipendenza sana, fondamento e matrice dell’identità, si costruisce a partire dai primissimi scambi corporeo-affettivi tra madre e bambino.
Questa è una dipendenza protratta dall’oggetto di amore e costituisce una condizione imprescindibile per lo sviluppo della capacità adulta di dipendere da sé stesso, di autoregolarsi e di nutrirsi di sé, capace di tollerare l’ambivalenza. Inoltre, la ricerca di sostanze o comportamenti capaci di rendere le prestazioni più efficaci utili al superamento dei propri limiti appartiene alla lotta per l’esistenza.
Il termine dipendenza è un termine relazionale sostituibile da “attaccamento”, “affidamento”, “fiducia”.
La dipendenza diventa patologica quando vi è invece un’alterazione del comportamento che da sana abitudine diviene ricerca esagerata e imprescindibile rispetto ad una serie di determinati oggetti specifici o persone.
La dipendenza patologica, contrariamente a quella sana e intrinseca della natura umana, priva la persona, in modo graduale, della sua capacità di controllo, portandola ad uno stato di malessere e di autodistruzione del proprio sé.
Cos’è la dipendenza patologica?
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la dipendenza patologica è “quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivata dall’interazione fra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comportano sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psicologici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione” (Pigatto, 2003).
Oggi si può definire alla stessa maniera il comportamento particolarmente diffuso di dipendenza nei confronti di attività socialmente riconosciute come l’utilizzo di internet, il lavoro, il sesso, lo shopping, il gioco d’azzardo.
Queste dipendenze rientrano nelle new addiction e vengono definite dipendenze comportamentali. Così come nelle dipendenze “tradizionali” si assiste ad un bisogno sconsiderato di una sostanza o di un oggetto o di una situazione.
Sia per le vecchie dipendenze che per le nuove dipendenze si assiste ad un disagio psichico profondo nel soggetto che ne è affetto, egli prova una sorta di desiderio di fuga dalla realtà che non riesce a comprendere, a capire e a gestire, un rifugio dallo stato di coscienza quotidiano in cui è immerso quando è a lavoro, in famiglia o con gli amici.
La dipendenza diventa una situazione ripetuta e abitudinaria la cui tolleranza cresce man mano che il soggetto diviene sempre più dipendente dalla sua ‘sostanza’: si assiste ad un aumento del desiderio e della voglia di quella sostanza che porta il soggetto ad una situazione di schiavitù psichica e fisica.
La dipendenza da sostanze (farmaci, droghe e alcol)
La dipendenza da sostanze o tossicodipendenza è stata inserita nel DMS-IV-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nella categoria dei disturbi correlati all’uso di sostanze ed è riconoscibile attraverso sintomi fisici, psichici e comportamentali nel soggetto che ha fatto dell’abuso di una o più sostanze un’abitudine.
Per essere diagnosticata, secondo il DSM-IV-TR, una dipendenza da sostanze è necessario che siano presenti almeno 3 sintomi tra i seguenti per almeno 12 mesi consecutivi:
- craving (attrazione irrefrenabile verso sostanze d’abuso, può variare a seconda della gravità della patologia e nella maggior parte dei casi è motivo di ricaduta nella dipendenza dopo un periodo di cessazione totale)
- tolleranza (il bisogno di assumere dosi sempre maggiori della sostanza per arrivare allo stato di intossicazione desiderato, la tolleranza varia a seconda della sostanza e del soggetto che la assume)
- astinenza (modifica del comportamento del soggetto con evidenti sintomi fisici e psichici dovuti alla cessazione o alla riduzione della quantità di sostanza assunta. Anche i sintomi dell’astinenza variano a seconda del soggetto e della sostanza assunta)
- la quantità di sostanza assunta aumenta giorno dopo giorno anche contro la volontà iniziale del soggetto di autoregolarsi
- il soggetto vuole cessare l’assunzione della sostanza dopo eventuali tentativi mal riusciti
- tutte le attività giornaliere del soggetto ruotano attorno alla sostanza, alla sua assunzione e al suo smaltimento
- il soggetto trascura tutte le sue attività lavorative e sociali poiché non in grado di portarle a temrine
- il soggetto riconosce nella sostanza che assume la causa di tutti i suoi problemi ma non riesce comunque a privarsene.
L’attrazione che un essere umano prova nei confronti di tutte quelle sostanze d’abuso come droghe, farmaci, psicofarmaci, alcol è dovuta alle aspettative che lo stesso individuo ripone in loro: il soggetto crede che l’assunzione di determinate sostanze possa soddisfare desideri personali e migliorare la propria vita.
Un uomo, una donna o un adolescente si avvicina alla dipendenza per una questione di necessità, un continuo bisogno di:
- alterazione di stati di coscienza
- sensazioni forti e indimenticabili
- accettazione sociale
- salvaguardia della propria immagine
- autonomia e indipendenza nei confornti della famiglia o di chi lo circonda
- riduzione di stati di disagio
- regolazione dlele proprie emozioni
Anche per la dipendenza da sostanze esistono nuove dipendenze e riguardano l’utilizzo di nuove droghe sintetiche (club drugs, smart drugs, legal high drug) prodotte in laboratorio e costituite da molecole chimiche.
Essendo molecole nuove non sono conosciute e quindi non inserite nella Tabella I del Testo Unico sulle Tossicodipendenze (D.P.R. 309/90) contenente l’indicazione delle sostanze stupefacenti, l’inserimento in tale tabella avviene nel momento in cui le autorità ne vengono a conoscenza e possano analizzarle, prima di questo momento sono definite “legal high” (droghe legali). Queste sono droghe ricreazionali, per il loro utilizzo, soprattutto da parte dei giovani, in contesti di svago (discoteche, locali notturni).
Le dipendenze comportamentali
Nonostante le dipendenze comportamentali condividano con le dipendenze da sostanze tutti i sintomi (craving, tolleranza e assuefazione, astinenza, negazione), in queste il raggio d’azione è prettamente psicologico: il soggetto svolge determinate azioni volte alla soddisfazione di un bisogno di natura emotiva, per questo motivo vengono definite addiction proprio per quella condizione di dipendenza psicologica del soggetto nei confronti di un preciso atto comportamentale.
Ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo
Un tipo di dipendenza comportamentale è il gioco d’azzardo (GAP) comprende tutte quelle pratiche ludiche che prevedono l’utilizzo di denaro. Si calcola che in Italia l’80% della popolazione adulta giochi d’azzardo e paradossalmente legalmente: infatti la maggior parte delle lotterie istantanee sono sotto il monopolio dello stato.
Anche la ludopatia è rientrata a gran voce nel DMS-IV sotto la categoria dei disturbi del controllo degli impulsi, infatti la ludopatia si bassa proprio su un impulso irrefrenabile di giocare e scommettere.
Esistono 3 tipi di giocatori a seconda della gravità della loro dipendenza:
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- giocatori non problematici, coloro che utilizzano il gioco e le lotterie per rilassarsi e svagarsi
- giocatori problematici, coloro che non possiedono il pieno controllo sul gioco e sulla quantità di denaro utilizzata
- giocatori patologici, coloro che hanno una vera dipendenza patologica dal gioco d’azzardo
Per diagnosticare la ludopatia, secondo il DMS-IV, è necessario che siano presenti almeno 5 tra i seguenti sintomi:
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- coinvolgimento abituale nel gioco o nella ricerca di denaro per giocare
- il soggetto gioca somme maggiori o più a lungo rispetto a quanto preventivato
- bisogno di aumentare la considerazione o la frequenza delle scommesse per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato
- irrequietezza o irritabilità se non è possibile giocare
- ripetute perdite di denaro al gioco e continui ritorni a giocare per rifarsi delle perdite
- reiterati sforzi per giocare meno o smettere di giocare
- il soggetto gioca anche quando dovrebbe adempiere a obblighi
sociali o lavorativi - il soggetto abbandona importanti attività sociali, lavorative o ricreative
- il soggetto continua a giocare anche se non è in grado di pagare debiti sempre più ingenti.
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Nel giocatore dipendente l’impulso per il gioco diviene un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico.
L’autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali assumono la funzione di strumenti di controllo del senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo in cui se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di “riuscire almeno a riprendere i soldi persi”, se vince si giustifica affermando che “è il suo giorno fortunato e deve approfittarne”.
La dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva o love addiction è uno stato di dipendenza o completa sudditanza di un individuo nei confronti di un altro. L’amore è come una “droga”, è uno stato affettivo che in una coppia normale è destinato a portare alla distruzione della relazione quindi continua ad essere presente in “coppie disfunzionali”, in contesti relazionali-affettivi in cui uno dei partner è dipendente dall’altro e in cui si radica una tendenza ad alimentare questa forma di equilibrio paradossale della coppia fondato sul malessere.
In alcuni casi la dipendenza è reciproca e genera una costruzione a due del disagio che si radica in modo ancora più forte e che alimenta più facilmente le distorsioni cognitive che fanno pensare che alcuni comportamenti siano normali e dovuti all’altro.
Il soggetto sente di non poter fare a meno della persona amata la quale riveste un’importanza così elevata da essere vista come unica fonte di felicità e gratificazione, come se tentasse continuamente di fondersi con l’altra persona per raggiungere uno stato di perfezione.
Nell’individuo affetto da dipendenza affettiva si insinua la paura dell’abbandono e la progressiva perdita di autostima che lo porta a sentire rabbia, colpevolezza, vergogna e a sentire di non meritare nessun tipo di felicità.
Due caratteristiche epidemiologiche importanti della dipendenza affettiva sono un’alta incidenza nella popolazione femminile e la tendenza ad associarsi a disturbi post-traumatici da stress, per cui in genere, questa forma di dipendenza si osserva in persone che hanno anche vissuto abusi o maltrattamenti.
Purtroppo negli ultimi anni i casi di dipendenza affettiva vanno aumentando esponenzialmente e le cause possono essere ricercate nelle situazioni familiari e di coppia instabili e nella conflittualità caratterizzante i rapporti interpersonali del soggetto affetto.
Come uscire dalle dipendenze con l’aiuto di un terapeuta
Ciò che può aiutare una persona ad uscire dalla dipendenza è sicuramente la consapevolezza di avere un grosso problema che ha delle gravi conseguenze sia per sé stesso che per le persone che lo circondano: ripercorrere la storia di vita del soggetto, capire che funzione ha il sintomo e perché si sceglie una sostanza piuttosto che un’altra o un tipo di dipendenza piuttosto che un’altra, analizzare le relazioni familiari e sociali può aiutarlo a controllare il suo bisogno di dipendenza.
Nessuno è in grado di uscire da una dipendenza da solo, per questo è necessario l’aiuto di un terapeuta specializzato che possa supportarlo, aiutarlo e seguirlo durante il suo lungo e difficile percorso e che, quando occorre, può mettersi in rete con i servizi pubblici (o privati) se la persona ha bisogno di una presa in carico territoriale e multidisciplinare.
Se credi di avere un problema id dipendenza e vuo sapere come uscirne, non aspettare, contattami e valuteremo insieme il percorso da intraprendere.
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