Disturbi di personalità.
Disturbi di personalità.

Disturbi di personalità: cosa sono, quali sono e cosa fare.

Il termine personalità deriva dalla parola latina persona che vuol dire maschera. Nei teatri dell’antica Roma gli attori utilizzavano le maschere che servivano per chiarire al pubblico quali atteggiamenti e comportamenti dovessero aspettarsi dall’attore stesso. Successivamente la parola persona servì ad indicare anche il ruolo da attribuire all’attore stesso.

Oggi con il termine personalità facciamo riferimento sia all’insieme di caratteristiche, di disposizioni, di modi di agire comuni negli individui, sia a quelle caratteristiche che sono uniche e specifiche in ogni individuo.  

Quindi, con il termine personalità si intende l’insieme delle caratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali (inclinazioni, interessi, passioni) che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si sviluppa.

tratti di personalità rappresentano schemi di pensiero, percezione, interazione e reazione a ciò che accade nella vita di un individuo, sono relativamente stabili nel tempo e sono delle caratteristiche che definiscono lo stile di rapporto con gli altri e con sé stesso.

Se tali tratti diventano talmente pronunciati, rigidi e disadattativi da compromettere il funzionamento lavorativo e/o interpersonale si può parlare di disturbi di personalità che provocano un significativo disagio sia nelle persone che ne soffrono che in quelle che le circondano.  

I disturbi di personalità solitamente hanno il loro esordio durante la tarda adolescenza o all’inizio dell’età adulta e le loro caratteristiche ed i sintomi variano notevolmente nel periodo in cui permangono.

Tipi di disturbi di personalità

Il DSM-5 raggruppa i 10 tipi di disturbi di personalità in 3 clusters (A, B, e C), sulla base di caratteristiche simili.

Il cluster A è caratterizzato dall’apparire bizzarro o eccentrico e comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Paranoide: diffidenza e sospettosità
  • Schizoide: disinteresse negli altri
  • Schizotipico: idee e comportamento eccentrici

Questi disturbi condividono un significativa difficoltà nelle relazioni sociali fino al ritiro sociale e un pensiero bizzarro ed incongruo. Ad esempio, il paranoide pensa che gli altri lo danneggino, lo schizotipico pensa che gli altri non si curino di lui o non apprezzino la sua unicità, lo schizoide che gli altri siano crudeli e rifiutanti.

Il cluster B è caratterizzato da comportamenti drammatici, emotivi o stravaganti e comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Antisociale: irresponsabilità sociale, disprezzo per gli altri, inganno e manipolazione degli altri per guadagno personale
  • Borderline: marcata impulsività, instabilità sia nelle relazioni interpersonali sia nell’idea di sé, oscillazione tra posizioni estreme in molti campi della propria vita.
  • Istrionico: ricerca di attenzioni da parte dell’altro e teatralità nella manifestazione delle emozioni
  • Narcisistico:  ricerca di ammirazione da parte degli altri e sentimenti di grandiosità.

Questi disturbi condividono difficoltà nel controllo degli impulsi e nella regolazione emotiva.

Il cluster C è caratterizzato da comportamenti ansiosi o paurosi e comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Evitante: evitamento del contatto interpersonale per paura del rifiuto e del giudizio.
  • Dipendente: necessità di essere accudito da parte degli altri e delega delle responsabilità
  • Ossessivo-compulsivo: perfezionismo, rigidità ed ostinazione

Questi disturbi si caratterizzano soprattutto per alti livelli di ansiainibizione socialesentimenti d’inadeguatezza e un’ipersensibilità alle valutazioni negative.

Cosa fare quando si ha un disturbo di personalità?

Le persone che hanno un disturbo di personalità, di solito,  non hanno consapevolezza della loro problematica e non si rendono conto che la loro visione del mondo ed il loro comportamento sono disfunzionali. Questa mancata consapevolezza, purtroppo, le porta a non chiedere aiuto ed accedono ai servizi solo per problematiche correlate alla patologia come l’ansia, l’uso di sostanze, la depressione, i disturbi alimentari ecc…

In genere, il trattamento farmacologico non è efficace per la cura dei disturbi di personalità anche se in alcuni casi possono essere efficaci per ridurre alcuni sintomi correlati come ansia e depressione. Il trattamento farmacologico, nel caso in cui viene prescritto è da considerare in abbinamento alla psicoterapia.

Infatti, il trattamento più adatto a questo tipo di disturbi è la psicoterapia, la psicoterapia individuale e la psicoterapia familiare risultano di grande aiuto sia per queste persone che per i loro familiari. La psicoterapia, può aiutare a comprendere che alla base dei sintomi correlati c’è il disturbo di personalità e, pertanto, intervenendo su questo si può avere una remissione dei sintomi.

Una terapia ad approccio sistemico può aiutare a comprendere delle modalità di relazione disfunzionali all’interno della famiglia, attivare nella famiglia stessa delle risorse a supporto del paziente ed interrompere la ripetizione delle dinamiche disfunzionali.

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