Famiglie multiculturali e coppie miste: fattori psicologici e culturali
L’immigrazione in Italia è un fenomeno abbastanza recente. Infatti, il nostro Paese, che per oltre un secolo è stato terra di emigrazione, si trova negli ultimi anni ad affrontare un repentino cambiamento di ruolo ed è chiamato a misurarsi, sul piano culturale e politico, con l’afflusso crescente di uomini e donne, di culture, usi e religioni assai diverse tra loro così che l’espressione “società multietnica” è diventata una realtà quotidiana. Le coppie miste e le famiglie multiculturali sono sempre frequenti. Dati : https://www.istat.it/it/files/2019/11/Report_Matrimoni_Unioni_Civili_2018.pdf
Famiglie multiculturali
Un rilevante fenomeno sociale scaturito dal fenomeno migratorio è quello matrimonio misto e quindi della costituzione di famiglie multiculturali, ossia quelle unioni dove un partner è italiano, l’altro appartiene ad una nazionalità differente e dunque i figli appartengono a più culture.
I matrimoni interculturali sono caratterizzati da varie complessità ma non necessariamente sono da ritenersi più problematici di un qualsiasi altro tipo di matrimonio. Forse alcuni fattori di stress sono più evidenti in un matrimonio interculturale. Questi hanno a che vedere con differenti attribuzioni di valore nelle due famiglie di origine rispetto alle regole e ai ruoli nel matrimonio dei due coniugi, dei bambini e della famiglia allargata e dallo stress dell’accettazione da parte della famiglia e da parte dei gruppi sociali più estesi.
La situazione interculturale può avere un impatto sull’identità dei figli e sui loro rapporti con i genitori e con i parenti. Può crearsi tensione tra i coniugi derivante dal fatto di non avere sempre risposte emotive o reazioni simili agli eventi che le esperienze culturali comuni invece possono fornire.
Per capire cosa accade durante i viaggi delle famiglie attraverso le culture, dobbiamo considerare che l’estraneità non è sempre dovuta alla differenza culturale ma la cultura fornisce il contenitore più grande in cui collocare l’incontro. Incontriamo continuamente sconosciuti, di un’altra famiglia, di un’altra città, di un altro mondo, possiamo incontrare estraneità, cioè differenza, con altri per la difficoltà che hanno di relazionarsi, per il fatto che vengono da un altro posto e per le nostre percezioni di diversità nei loro confronti.
E’ possibile dare una definizione di coppia mista?
Per coppia mista si intende genericamente una coppia in cui i due partner hanno due nazionalità di nascita diverse, come ad esempio quelle formate da un cittadino italiano per nascita e un cittadino straniero o italiano per acquisizione.
Dare una definizione di “coppia mista”, seppur necessaria a un inquadramento iniziale, presenta già alcune contraddizioni e limitazioni. Infatti, nel termine misto sono riscontrabili tutta una serie di questioni legate al concetto di diversità e, appunto, di cultura, intese come entità monolitiche, asettiche, stabili ed omogenee. In realtà, come suggerisce Benhabib, la cultura “non è un sistema compatto e uniforme bensì un orizzonte che si allontana ogni volta che ci si avvicina ad esso. Chi è partecipe di una cultura sperimenta al contrario tradizioni, riti, storie, rituali e simboli, strumenti e condizioni materiali di vita attraverso resoconti narrativi condivisi, ma anche contestati e contestabili”(Bhenabib, 2002).
Dunque, qualsiasi unione è già un incontro tra due persone diverse e far convivere in una relazione queste diversità è proprio la scommessa di qualsiasi coppia, non certo solo delle coppie miste.
Per meglio comprendere il significato di coppia mista si può utilizzare la definizione di Bensimond e Lautman (1977) secondo la quale: “Sono miste tutte le unioni coniugali concluse tra persone di nazionalità, etnia e culture differenti se queste differenze provocano una reazione da parte dell’ambiente sociale”.
L’attenzione, dunque, si pone non tanto sul fenomeno in sé ma sulla percezione di “diversità” esperita innanzitutto dalla coppia stessa, ma anche da parte degli attori sociali che interpretano le coppie miste come una novità.
Tutte le coppie e tutte le famiglie si possono considerare miste
Non è facile distinguere la famiglia mista da una che non lo è. Infatti, si potrebbe dire che qualsiasi famiglia è mista in termini di unione fra background individuali o famigliari differenti o fra generi e status sociali diversi (Falicov, 1995) e comporta sempre, per il soggetto, una sfida a comprendere la cultura dell’altro. Anche se, come sottolinea Edelstein (2000b), la coppia “non mista” non esiste poiché in ogni relazione persistono elementi di differenziazione, tuttavia, è fondamentale interrogarsi sul tipo di differenza che la definisce.
L’accezione di coppia mista cambia in modo considerevole a seconda dei diversi periodi storici o diversi contesti culturali considerati. In passato venivano considerati misti quei matrimoni fra persone appartenenti a ceti o professioni diverse anche se facevano parte dello stesso gruppo culturale. Il ceto sociale e la professione degli individui erano visti, infatti, come aspetti fondamentali per la costruzione dell’identità personale e rappresentavano criteri guida nel definire le appartenenze degli individui. Anche la provenienza da due regioni o da zone geografiche diverse, erano criteri sufficienti nel contesto italiano, fino ad una trentina di anni fa, per considerare reciprocamente “stranieri” i due partner di una coppia (Edelstein, 2000b).
Secondo Scabini e Cigoli, ogni coppia è da ritenersi mista, in quanto presenta al suo interno quella quota di eterogeneità o diversità che è alla base della costituzione del legame e ne rappresenta l’elemento strutturante. Le differenze culturali interne ad una coppia formata da coniugi di etnie differenti, sebbene da un lato possa rappresentare una fonte di attrazione e spinta alla conciliazione della diversità che attraversa ogni coppia, dall’altro lato rappresentano una prova da superare. La differenza portata attiene al patrimonio di categorie interpretative generali sul mondo, la vita, i legami, che definiscono la matrice culturale di ogni componente la coppia. La coppia dovrà imparare ad armonizzare le differenze di gestione della quotidianità, dell’educazione dei figli, della gestione del denaro ecc.
Coppia mista come laboratorio di vita quotidiana
Tutte le società, come sottolineava già Weber nel 1961, hanno sempre messo in atto, per difendere la loro identità collettiva, forme di monopolizzazione delle possibilità matrimoniali miranti a rendere normali le unioni endogamiche e difficili, se non proibite, quelle esogamiche. Socialmente le coppie miste suscitano particolare interesse, laddove sono implicate culture, società e religioni particolarmente differenti, ossia laddove la distanza fra i background culturali fra i due partner viene percepita come incolmabile. Il consenso o l’opposizione della società e della comunità di appartenenza nei confronti delle famiglie miste rappresentano indici tangibili degli spazi di comunicazione fra i gruppi e dell’integrazione delle comunità migranti, a tal punto che queste unioni sono state definite come “il barometro più interessante della nostra società plurale” (Tognetti Bordogna, 2001, pp.29).
La rilevanza di questa tipologia famigliare per i cambiamenti più strutturali che avvengono nelle nuove società multietniche ha fatto sì che sia stato soprattutto l’approccio sociologico a occuparsi di questa forma familiare nel contesto italiano, dove gli studi riguardano prevalentemente la natura demografica del fenomeno e la formazione della coppia mista. Tale fenomeno mostra, invece, notevoli implicazioni di carattere interpersonale, familiare, relazionale, simbolico, culturale e sociale che necessitano di essere approfonditi.
Psicologia cross culturale
La letteratura internazionale ha utilizzato come cornice di riferimento la psicologia cross-culturale e come griglie di lettura per conoscere le culture diverse di cui i partner sono portatori, prevalentemente le categorie dell’individualismo e del collettivismo. La famiglia mista, concepita come l’unione fra una persona orientata al collettivismo e una orientata all’individualismo, viene rappresentata come l’incontro fra due mondi che difficilmente trovano una conciliazione. In un approccio di questo tipo, il concetto di orientamento culturale viene enfatizzato, conferendo a tale nozione una valenza statica e immodificabile tale da far pensare ad una precisa corrispondenza tra un soggetto ed una determinata appartenenza culturale, di cui esso dovrebbe mostrare tutti i tratti caratterizzanti per poter essere inquadrato nel complesso scenario dell’incontro fra culture (Fenaroli & Panari, 2006).
Nelle ricerche cross-culturali, la cultura è qualcosa di dato e di precostituito. Non si considera, invece, come le persone creano e rendono dinamica la cultura o le culture in cui esse agiscono, nè si tiene conto di come il livello delle relazioni interpersonali influenza necessariamente, a sua volta, il livello macrocontestuale delle società di riferimento. I protagonisti e i narratori della cultura sono “le persone nel loro contesto sociale” (Mantovani, 2004) che sono attive nel loro ambiente, lo modificano per adattarsi alle proprie esigenze e, contemporaneamente, sono capaci di adattarsi ad esso. Questa nuova prospettiva, che permette di vedere in modo diverso le molteplici forme dell’appartenenza culturale, è stata tracciata dalla psicologia culturale.
Psicologia culturale
Questa disciplina consiste nello studio dei processi attraverso cui la cultura e l’individuo si completano, si influenzano e si integrano reciprocamente. Il soggetto è considerato un agente che porta nella sua comunità il proprio sistema di interessi e il proprio corredo di risorse non prevedibile e controllabile, per cui nessuna cultura può essere considerata come monolitica (Anolli, 2004). Mantovani (2004) mette in evidenza come le culture, le appartenenze e le identità non siano realtà omogenee, bensì spazi di scambio, risorse per l’azione e narrazioni condivise. In questi studi diventa centrale il concetto di agency, che rappresenta una proprietà delle persone e del loro muoversi nel mondo, è il luogo in cui avviene lo scambio con l’ambiente e non l’esecuzione di comportamenti già predeterminati dalla cultura. L’azione viene, quindi, considerata come innovativa e l’oggetto di indagine non è più “la mente isolata, ma l’incontro tra l’agency e le situazioni della vita quotidiana” (Mantovani, 2004, pag. 87).
In questo senso la coppia mista può essere vista come “vero laboratorio della vita coniugale” (Barbara, 1989), poiché in essa si sperimentano, in modo più evidente rispetto a quanto avviene nelle altre coppie, strategie per negoziare le divergenze e per confrontarsi con l’altro in un lavoro di armonizzazione fra modelli e tradizioni molto differenti. Contemporaneamente in queste coppie le culture si confrontano e si trasformano (Guyaux et al., 1992) mettendo in crisi le categorie interpretative comuni.
Le interpretazioni che danno i due partner delle relazioni fra i sessi, della famiglia e delle rispettive società fanno delle coppie miste un luogo privilegiato per l’indagine delle possibilità e delle difficoltà del dialogo interculturale (Alotta, 1999). Ponendosi come realtà ponte fra due comunità, queste coppie hanno anche il ruolo di agenti attivi del cambiamento, di trasformazione ed elaborazione culturale, di comunicazione e promozione di dinamiche interattive a livello personale, comunitario e sociale (Edelstein, 2000a).
Dalle identità individuali alla identità relazionale: la negoziazione come strumento.
La visione di coppia interculturale come soggetto estremamente dinamico, in costante interazione con il contesto sociale in cui è inserito, consente di cogliere la portata dei complessi processi di negoziazione che mette in atto. Tali processi permettono l’integrazione delle identità individuali dei partner in una più ampia identità relazionale (Gaines e Liu 2000), in cui trova posto anche il contesto sociale in cui la coppia è immersa. Essa si configura quindi come identità condivisa, in cui le differenze non sono negate e nemmeno demonizzate, ma al contrario valorizzate in quanto risorsa. L’identità relazionale viene sempre costruita attraverso la negoziazione di molteplici elementi di matrice culturale, che variano a seconda della situazione e del contesto.
Il concetto di identità relazionale offre una prospettiva interessante per esplorare il fenomeno delle unioni multiculturali. Permette infatti di contestualizzare il tema dell’identità in una cornice interpretativa che tiene insieme gli elementi affettivi con quelli sociali, rendendo conto della loro interazione all’interno della coppia e nei suoi rapporti con il mondo esterno. Viste in questa prospettiva le coppie miste rappresentano un laboratorio fondamentale entro cui sperimentare nuove forme identitarie individuali e collettive, stimolando riflessioni importanti sul dialogo interculturale a tutti i livelli della società.
La coppia è da sempre il luogo per antonomasia del confronto e della negoziazione, e al suo interno i partner sono ingaggiati in un costante processo di riadattamento e riscrittura delle identità individuali e famigliari. Ogni partner è portatore di una propria storia di vita che ne determina una specifica visione del mondo che entra in relazione con la storia e la visione del mondo dell’altro. Queste storie dovrebbero combinarsi tra loro in modo unico e creativo. Quando le visioni diventano inconciliabili è necessario ridefinire compromessi e punti di incontro comuni per permettere alla relazione di proseguire. Le modalità comunicative, a questo punto, diventano fondamentali per il funzionamento della relazione di coppia.
Se questo processo contraddistingue ogni coppia di per sé, l’esplorazione di differenti codici comunicativi è resa ancora più complessa quando i due partner appartengono a matrici culturali diverse.
La resilienza come risorsa
Per certi versi le coppie miste sono sempre un intreccio di molteplici identità, che necessitano di continua negoziazione. Nel momento in cui la matrice culturale diventa un elemento di potenziale frattura, le coppie miste mettono in atto strategie mirate che variano a seconda delle situazioni specifiche. Non esiste una modalità di risposta alla discontinuità predeterminata e culturalmente definita; al contrario la resilienza messa in atto dalle coppie miste è il risultato dell’azione sinergica dei riferimenti culturali di appartenenza con una pluralità di altri fattori (Panari 2010). Il fatto di dover negoziare le differenti visioni del mondo attraverso l’elaborazione di codici comunicativi sempre originali aumenta il livello di investimento emotivo nella coppia e rende la differenza un incentivo anziché un ostacolo al dialogo.
L’evento migratorio è un accadimento di grande rilevanza per i soggetti coinvolti che mette sotto stress tutti i processi identitari. La migrazione infatti porta con sé ineluttabilmente “un’interruzione, brusca e veloce, anche se prevista del rapporto di continuo scambio e rafforzamento reciproco tra cultura interna e cultura esterna, impedendo quella forma di rispecchiamento continuo che permette all’individuo di mantenere viva la capacità del quadro di riferimento interno, di orientare nel mondo e di dar senso all’esperienza” (Cattaneo 2006).
Le coppie miste si muovono costantemente su un doppio binario, che vede la dimensione affettiva e relazionale interpersonale soggetta a continui riarrangiamenti legati ai valori, alle norme e ai significati partoriti nel proprio scenario socio-culturale.
Laura Fruggeri (Fruggeri 2005) parla di discontinuità culturale per riferirsi a quegli eventi critici che costringono la famiglia ad innescare un processo di cambiamento e adattamento al nuovo scenario. Essi non sono necessariamente un fattore problematico, ma al contrario possono aumentare il livello di resilienza dei partner coinvolti. Nel caso delle coppie miste la discontinuità può essere rappresentata anche dalla presenza di riferimenti culturali differenti, che generano sia incomprensioni comunicative sia un maggiore dispendio di energie nello sforzo di superare il pregiudizio da parte della società. La capacità di mettere in campo una maggiore resilienza rende le coppie miste capaci di gestire la compresenza di diversi codici culturali, utilizzando di volta in volta quello più appropriato allo specifico contesto sociale, e sviluppando quello che viene definito un registro plurimo (Monacelli e Mancini 2005).
Psicoterapia con coppie miste e famiglie interculturali
Il fenomeno delle coppie miste caratterizza maggiormente rispetto al passato le società contemporanee, il contatto con la diversità è diventato ormai un fatto quotidiano, ed è l’occasione per revisionare profondamente le appartenenze di ognuno. La coppia e la famiglia diventano quindi il luogo per eccellenza dove i riferimenti culturali entrano in gioco nel modellare le relazioni interpersonali. Nonostante ogni comunità tenda a considerare la propria idea di famiglia come universale e naturalmente data, in realtà la famiglia è un artefatto sociale che esprime sempre le sensibilità di un certo momento storico, e si connota pertanto come soggetto mutevole e capace di trasformarsi nel tempo. La cultura diventa quindi una delle tante variabili che incidono sulla forma assunta dall’unità familiare in un dato scenario storico e sociale.
Nella psicoterapia con le coppie miste è necessario comprendere e far riferimento al sistema culturale di entrambi i partner. I significati presenti in una relazione di coppia, infatti, sono sempre “mutuati” dal sistema culturale cui fa riferimento ciascun partner. In una coppia mista l’impalcatura relazionale risulta essere “creolizzata”, nel senso che all’interno convergono modi di esperire la relazione di coppia e la realtà familiare che appartengono a due universi culturali diversi. Una coppia mista rappresenta, dunque, un micro-laboratorio sociale in cui sperimentare pratiche inter-culturali che sappiano generare nuovi modi di costruire le relazioni.
Il figlio della coppia è il frutto di un legame portatore di una grande diversità in cui l’obiettivo primario deve essere quello di valorizzare la sua doppia appartenenza etnica attraverso una prospettiva di natura inclusiva e non esclusiva.
In un percorso di psicoterapia con famiglie interculturali è indispensabile aiutare i genitori a costruire realtà integrate e fondate sulla definizione di ponti tra mondi distanti in cui i figli possano vedersi riconosciuta la propria identità al di là della frattura coniugale rappresentando la testimonianza di una possibile sintesi tra culture e l’ incontro tra luoghi e tempi diversi.
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